In questo blog ho fatto
più volte riferimento a quanto negativo possa essere per lo sviluppo
personale e imprenditoriale l'atteggiamento di chiusura a priori, che
in maniera colorita potremmo definire l'atteggiamento “remi in
barca”.
I remi infatti servono per spostare la barca avanti o indietro e per orientarla al meglio tra le onde. Se i sono tirati su, si resta in balia della corrente e sarà lei a decidere dove condurci.
Le cause di tale atteggiamento possono essere tante, un momento di fisiologica stanchezza dopo una carriera lunga e ricca di soddisfazioni, una fase extra lavorativa particolarmente impegnativa, una “cronicizzazione” delle abitudini, la convinzione di essere ormai arrivati al top e di potersi fermare (mentre non esiste un top dove si arriva e si resta senza fatica, ma solo un mercato in continua evoluzione) e molto altro.
I remi infatti servono per spostare la barca avanti o indietro e per orientarla al meglio tra le onde. Se i sono tirati su, si resta in balia della corrente e sarà lei a decidere dove condurci.
Le cause di tale atteggiamento possono essere tante, un momento di fisiologica stanchezza dopo una carriera lunga e ricca di soddisfazioni, una fase extra lavorativa particolarmente impegnativa, una “cronicizzazione” delle abitudini, la convinzione di essere ormai arrivati al top e di potersi fermare (mentre non esiste un top dove si arriva e si resta senza fatica, ma solo un mercato in continua evoluzione) e molto altro.
Tutti i più grandi
personal coach ci ricordano che il primo passo per un'evoluzione
personale e quindi professionale passa dall'abbandono della nostra
zona di comfort (il termine anglosassone è comfort zone), ovvero
quello spazio dentro il quale ci sentiamo al sicuro con le nostre
abitudini e i nostri approcci mentali ormai acquisiti. Una sorta di
porto sicuro al quale tornare e rifugiarsi ogni qualvolta le sfide
intorno si fanno impegnative e ci viene richiesto di metterci in
gioco e affrontare un cambiamento. E siamo davvero molto bravi a
convincerci che la nostra zona di comfort è la migliore realtà
esistente, non volendo vedere che invece costituisce un grande
limite, seppur comodo, che ostacola la nostra evoluzione. Allora vediamo un pò, proviamo a remare insieme cercando la giusta direzione.
E' importante per un
centro estetico comunicare?
Spostiamo l'attenzione
sul campo che interessa a noi, il centro estetico. Fino a pochi anni
fa l'estetista si doveva preoccupare di garantire certamente dei
risultati alla propria clientela, e in virtù di questi, fidelizzarla
con qualche coccola in più. Una volta instaurato un rapporto di
fiducia, era esclusivamente l'estetista a guidare la sua cliente
proponendo trattamenti in cabina e cosmetici da usare a casa. Una
dinamica che rimane, ma solo in parte.
Oggi, attraverso
cambiamenti velocissimi, lo scenario è completamente mutato.
Pensiamo ad esempio ai concorrenti dell'estetista. Per quanto
riguarda i trattamenti cabina, sempre più medici si dedicano alla
medicina estetica, mentre per la vendita dei prodotti pensiamo per un
attimo alle farmacie e parafarmacie. Qui troviamo espositori o corner
dedicati che seguono rigidi e collaudati criteri espositivi e
comunicativi. Colori, forme, posizioni, quantità, il tutto
coordinato con una comunicazione all'esterno del locale mediante
cartelli e vetrofanie, che spesso cambiano in base a periodo e
promozioni. Ogni azienda mette in campo tutto il know how disponibile
perchè i propri prodotti possano risultare appetibili ai consumatori
e quindi si vendano.
Un esempio di comunicazione esterna efficace |
E non basta comunque.
Possiamo proporre i trattamenti più performanti del mondo ma se non
riusciamo a “comunicarli” nella maniera corretta ed efficace,
rischiamo di sparire, cancellati dal vortice di comunicazioni del
quale tutti siamo oggetto oggi. Abbiamo un espositore che valorizza i
nostri prodotti vendita? I prodotti cabina hanno un loro apposito
espositore che li mantenga in ordine e comunichi allo stesso tempo, o
i prodotti sono appoggiati dove capita? Chi passa davanti al tuo
centro, distratto dai mille pensieri quotidiani, ti “vede”?
Capisce che sei un centro estetico? Cosa vede? Ci sono scritte?
Marchi prestigiosi? Attiri la clientela con promozioni periodiche
accattivanti e ben comunicate?
L'azienda fornitrice:
venditore di prodotti o partner a 360 gradi?
Qualcuno si chiederà “ma
come faccio io, chiusa in cabina a lavorare, a trovare il tempo per
curare tutti questi aspetti, e quanto mi costerebbe?”. Domanda
comprensibile. Se le cose che stiamo dicendo fossero vere, e a mio
avviso lo sono se le scrivo, portare avanti un centro destinato al
successo, oggi, è estremamente più impegnativo di ieri. Secondo me
è proprio così. In fatti vale la pena spendere due parole su cosa è
impegnativo per un'estetista. Ho conosciuto alcune professioniste che
dopo aver “provato” tre o quattro aziende continuano a non
decollare e decidono ad un certo punto di sposare una filosofia ben
precisa, con un'azienda prevalente e forte. E ne incontro
continuamente, sopratutto tra le giovani, che per paura di investire
si accontentano di provare aziende economiche con un supporto
pressochè inesistente, così “per iniziare”. Questo si che
diventa troppo impegnativo, sopratutto in fase di avviamento, perchè
l'estetista da sola non può parlare oggi ai potenziali clienti con
il linguaggio adeguato da sola (marketing, internet, comunicazione
grafica, sponsorizzazioni etc.), non ne ha la forza. Infatti non è
il centro estetico a doverlo fare, servirebbe un ufficio marketing,
un grafico, un'agenzia di comunicazione e molto altro. Bisogna
considerare tutto questo nel valutare su quale azienda si punta come partner professionale, e se questa riesce a fornire tutto il supporto di cui abbiamo parlato, se il suo primo obiettivo è vendere o aiutare i propri clienti a dotarsi di strumenti che li possano condurre al successo. Questa è la chiave.
Le aziende fornitrici
oggi non possono solo “vendere prodotti”, ma devono stare al
fianco dei propri clienti, monitorare i cambiamenti del mercato
italiano ed estero e metterli in condizione di essere sempre
all'avanguardia e al passo con lo scenario che cambia. E' l'azienda
fornitrice che deve supportare in comunicazione e immagine perchè
servono molta esperienza e risorse per un'immagine riconosciuta ed
efficace. E, attenzione, quella immagine, quel brand che avete nel
vostro centro, all'interno, all'esterno, nei vostri biglietti da
visita e nelle vostre brochure, per i clienti, acquisiti o
potenziali, è la vostra immagine. Siete voi! La fama dei marchi che
utilizzate, il prestigio, l'efficacia dei trattamenti, tutto questo
siete voi! Ne consegue che, se il marchio utilizzato all'interno del
centro è forte, voi, il vostro lavoro e la vostra immagine ne trarrà
forza, mentre se non lo è rimane tutto e solo sulle spalle
dell'estetista e di ciò che, da sola, riesce a costruire.
Insomma, in estetica
siamo dentro una grande onda e abbiamo due opzioni: essere travolti o
cavalcarla. L'azienda giusta non è solo quella che ci fornisce una
buona tavola, ma quella che ci insegna anche a fare surf.
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